Hanami: ciliegi in fiore a Roma
Ti capita mai di svegliarti la mattina e di voler essere in un altro posto? A noi si!
Questa mattina ci siamo svegliati con la voglia di trovarci in Giappone a festeggiare l’arrivo della primavera con l’Hanami: osservare i ciliegi in fiore. Non essendo questo possibile dall’oggi al domani ci siamo limitati a cercarlo in Italia e lo abbiamo trovato a Roma, precisamente al Parco dell’Eur.
Appena siamo arrivati ciò che ha risaltato agli occhi è stato il verde della natura e l’azzurro del lago che rispecchiava il cielo. Ci siamo fermati e abbiamo preso un respiro a pieni polmoni che ci ha inondato di calma e serenità. Questo ha dato inizio alla nostra avventura.
La passeggiata del Giappone
Pochi passi ed abbiamo iniziato ad intravedere un lungo viale alberato di chiome rosee, che costeggiano il laghetto dell’Eur e prendono il nome di: Passeggiata del Giappone. In realtà si chiama Lago dell’Eur, noi romani lo chiamiamo laghetto seppur tanto piccolo non è, credo più che altro per una questione di affezionamento.
Per un attimo, è stato come staccare la spina da una presa per metterla in un’altra. Da Roma eravamo in Oriente a passeggiare sotto i ciliegi in fiore, mentre un lieve venticello di tanto in tanto portava via i petali. Ma lo sai che tutti gli alberi di ciliegio (Sakura) sono stati numerati?
Una lunga staccionata in legno dipinta di verde ci ha accompagnati per tutto il percorso. Delle panchine bianche poste qui e là alla base degli alberi, lasciavano spazio al piacere di osservare i ciliegi in fiore. Lì seduti leggevamo queste piante dal passato avvincente: basato su scontri, battaglie e guerre tra samurai. Emozionante come solo le loro storie d’amore sapevano essere: tra menzogne, inganni e sotterfugi. Ma soprattutto un passato filosofico, che camminando sul filo del rasoio tra felicità deliranti e bisbigli di eccitazione ci han fatto innamorare di questa cultura orientale.
Anche se non c’erano abbastanza panchine per accogliere l’affluenza di coloro che volevano far parte dell’Hanami, i prati si sono sostituiti ad esse. In qualsiasi direzione guardavamo c’era un telo a terra. Un pic-nic iniziato. Dei bambini che correvano in ogni luogo. Degli artisti intenti a ritrarre l’evento. Delle aspiranti Geishe alle prese con selfie e ombrellini. Insomma eravamo tutti lì a condividere lo stesso presente seppur ognuno di noi con passato e futuro diverso.
Non è una comune passeggiata. Non la si può fare ovunque, ma solo “qui”. É stato come attraversare generazioni di tradizioni in un sol momento. Se ci pensi bene, quegli alberi sono stati lì da così tanto tempo che non credo ne abbiano memoria. Avresti dovuto vedere quanto erano vanitosi. Sembravano delle modelle in passerella. Coscienti di essere belli. Tutti gli occhi erano puntati su di loro.
Cos’è e come funziona l’Hanami?
L’Hanami, come anticipato é la tradizione giapponese di ammirare i ciliegi in fiore, nonché il significato della parola stessa. In Giappone i festeggiamenti iniziano la mattina e continuano fino a tarda notte, ma al calar della sera l’Hanami cambia nome in Yozakura: la notte del ciliegio dove i festeggiamenti proseguono sotto le lanterne di carta colorata.
Qui a Roma l’ Hanami viene festeggiato in modo simile, con la differenza che finisce col calar del sole. La fioritura si ha tra la fine di marzo e l’inizio d’aprile. In genere con l’entrata della primavera. Dura circa una decina di giorni e avviene una sola volta l’anno.
Perché si festeggia l’Hanami?
Il perché risale a tanto tempo fa, quando l’imperatore Saga prese spunto dai miti e dalle leggende giapponesi. Così nel periodo in cui regnò, cominciò ad organizzare presso la sua corte a Kyoto delle feste all’aperto. Dove, si ammirava la fioritura dei ciliegi in fiore, si beveva saké e si declamavano versi dedicati a quei fiori. Nacque così: come privilegio riconosciuto alla corte imperiale l’ Hanami.
Pian piano cominciò a diffondersi presso le famiglie di samurai. Finché nel periodo Edo, lo shogun Tokugawa Yoshimune fece piantare ciliegi in molte aree del paese, per incoraggiare la diffusione del rito anche tra i ceti popolari. La gente comune iniziò a recarsi nei parchi e presso i templi dove c’erano i ciliegi. Prendendo l’abitudine di mangiare e festeggiare sotto i fiori appena sbocciati.
I Sakura divennero così l’icona della cultura popolare.
Perché i ciliegi in fiore si trovano all’Eur?
Se l’Hanami rappresenta l’azione di guardare dei ciliegi giapponesi in fiore, ti sarai chiesto “come ci sono arrivati al Laghetto dell’Eur?”
La nostra città adottò questo evento nel lontano 1959. Quando il primo ministro giapponese Kishi, donò a Roma 2500 esemplari di Sakura in segno dell’amicizia tra le due nazioni. Fu proprio in quell’occasione che venne inaugurato il viale che costeggia il Laghetto dell’ Eur battezzandolo Passeggiata del Giappone. Dove successivamente nel 1960 si sarebbero disputate le gare di canottaggio per le olimpiadi.
Il significato dei ciliegi in fiore
L’Hanami oltre ad esser uno scenario da favola in cui ammirare i ciliegi in fiore, è anche un aleggiare di leggende e spiritualità. Quest’ultima consiste nel rinnovo e rinascita della natura e dello spirito. Il senso più profondo dell’Hanami è legato alla fragilità, alla fugacità della vita e alla transitorietà della materia. Poiché tutto è destinato a finire. I Sakura hanno un ciclo di vita breve: inizia con la rinascita attraverso i boccioli, culmina con la fioritura e cessa con la caduta dei petali.
Siamo stati attirati anche dalle molteplici leggende, ma oggi ne citeremo una tra le tante che si pensi abbia dato spunto all’imperatore:
Cera una volta…la dea Konohanasakuya-hime (dea della fioritura degli alberi di ciliegio). La divinità scese dal paradiso per dimorare con lo spirito in un albero di ciliegio. Da quel giorno i giapponesi si riuniscono sotto i ciliegi in fiore, per offrire alla dea delle preghiere in cambio di un raccolto abbondante.
Secondo noi
Ci sono culture talmente diverse dalle nostre e così affascinanti come quelle Orientali che la curiosità ci spinge a cercarle persino nel nostro paese, benché sappiamo che non sarà mai come l’originale.
Se l’Hanami a Roma è stato così piacevole, leggero e diverso come potrà essere quello in Giappone?
Un’esperienza assolutamente da ripetere, ma la prossima volta in posti differenti con leggende diverse.
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