Il Sacro Bosco di Bomarzo è un vero Parco dei mostri
Ci siamo svegliati con la voglia di miti e leggende, per soddisfarla ci siamo avventurati nel cuore di una foresta incantata: il Sacro bosco di Bomarzo soprannominato “parco dei mostri”, perché abitato da fantastiche creature mitologiche.
Una volta fatti i biglietti e ricevuta la mappa: piena zeppa di freccette direzionali (che consentono di vedere ogni opera) ci si incammina all’ombra di un lungo viale alberato. Le fronde scosse dal vento sembrano bisbigliare nell’aria degli indovinelli.
Un arco merlato apre il varco per addentrarsi nel bosco. Sembra quasi di ritrovandosi in un mondo parallelo dove il simbolismo regna sovrano.
Il Sacro Bosco di Bomarzo quante opere ha?
Passeggiando nel parco che si articola su più pendenze e si estende su una superficie di circa 3 ettari, si potranno ammirare ben 38 opere dalle dimensioni più varie, alcune così piccole da passare inosservate come il “Pan Giano”, ed altre così grandi da essere viste anche se vorrebbero nascondersi, come la lotta tra “Ercole e Caco”.
Curiosità…
In questo parco il 7 è costantemente ricorrente poiché ritenuto il numero perfetto.
Questo numero fa riferimento a: 7 i colori dell’arcobaleno (giallo, arancione, rosso, verde, blu, indaco e violetto), 7 le note musicali (do, re, mi, fa, sol, la, si), 7 i giorni della settimana, 7 i colli romani (Aventino, Campidoglio,Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale), 7 i vizi capitali (accidia, avarizia, gola, invidia, ira, lussuria e superbia), 7 sono i sacramenti del cristianesimo cattolico romano (battesimo, comunione/eucaristia , penitenza, unzione degli infermi, ordine sacro e matrimonio)…
Un calderone di leggende e mitologia
Tante le leggende che riaffiorano attraverso tali opere e molte di più le esperienze che si andranno a fare: il divertirsi attraverso il senso di vertigine e mancanza di equilibrio causati dalla Casa pendente, che come la Torre di Pisa poggiandosi su di un lato, dà la possibilità a chiunque di rimanere basito e al quanto confuso nel camminare su di un pavimento il cui baricentro spostato mette i sensi in allerta.
Sognare seguendo le scie delle creature più fantastiche: quelle che popolano i sogni e gli incubi dei bambini.
“Pegaso il cavallo alato” pronto a spiccare il volo. “Il drago” attaccato da più animali o “l’orco” colui che mangia i bambini; che con gli occhi sgranati e la bocca aperta, cerca di terrorizzare tutti i presenti attraverso un grido.
Frasi enigmatiche
Riflettere sulle frasi lasciate dal Vicino Orsini o chi per lui. Iniziando proprio da quelle incise sulle “sfingi” che in principio erano poste ai lati della casa pendente, nonché l’ entrata principale:
“Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”
Fai attenzione, tu che ti avventuri in questa ‘impresa’, parte a parte (separando e raffinando, come esige la pratica alchemica), se le meraviglie che incontri sono fatte per ingannare (illusione) o per arte.
“Chi con cigli inarcate et labbra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondo moli sette”.
Chi sbigottito ed in silenzio non gira per questo luogo non vedrà le sette meraviglie del mondo.
Notare ed interrogarsi su tutti i simboli che compaiono sparsi qua e là, a volte dati per scontato e a volte passati inosservati, come “il tempio del Vignola”, dove si presuppone sia stata seppellita la moglie di Orsini, per cui si ipotizza sia stato realizzato il bosco.
Un parco che prima di essere tale è un viaggio introspettivo, che consente di mettersi in gioco, attraverso le proprie conoscenze culturali così da dispensare storie ai più piccoli, che curiosi non faranno altro che porre domande.
Secondo noi?!
Un’esperienza diversa, che passo dopo passo non farà altro che accrescere la propria curiosità. Vi consigliamo di avventurarvi con scarpe comode e senza passeggini.
Tu cosa ne pensi?
INFO PREZZI E ORARI PARCO DEI MOSTRI
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