The art of the Brick: l’arte con i mattoncini Lego
Nella continua ricerca di cosa fare e dove andare ci siamo imbattuti nell’auditorium parco della musica, questo posto dall’aspetto magico e dal sonoro particolare celava “The art of the brick” una mostra sull’arte, realizzata interamente con i mattoncini Lego dall’artista Nathan Sawaya.
L’arte colpisce ancora
Eravamo piuttosto titubanti sulla mostra, ma allo stesso tempo molto curiosi di vedere com’era stata realizzata. Una volta entrati siamo stati conquistati dall’atmosfera soffusa con un gioco di luci sulle opere sparse in giro e frasi di morale sparse qui e là.
Il percorso espositivo iniziava con le sculture. Dalle più moderne, che permettevano un’interazione e forse proprio per questo di viverle come “l’uomo blu che sta seduto”, a quelle più classiche come il “David” di Michelangelo. A colpire non erano solo le dimensioni a grandezza umana, ma l’effetto che quei mattoncini davano alle opere. Creando con il loro effetto gradino un gioco di ombre. Tutto prendeva una prospettiva nuova.
Dalla scultura eravamo passati attraverso una galleria d’arte composta dai quadri più famosi. Nessuna passata di pennello o sfumatura, questa volta erano tridimensionali. Con una nuova espressione l’arte più classica non solo faceva divertire, ma sbalordiva come la riproduzione della “Gioconda” di Leonardo. Seppur non era su tela la si poteva riconoscere tra mille anche in lontananza. Da vicino aveva un effetto sfocato sembrava in pixel, per non parlare del “L’urlo di Munch”, il cui strazio era quasi percepibile nell’aria.
Questa mostra è stata diversa dalle altre e si è conclusa in modo ancor più accattivante. Verso l’uscita c’erano: un enorme “T-rex” realizzato con oltre 80.000 mattoncini, che ha fatto impazzire i bambini e “Yellow” una delle opere più importanti.